giovedì 11 febbraio 2010

Castellammare - Cestistica Ragusa 47 - 39

Parziali: 13 - 10, 26 - 16, 35 - 26, 47 - 39
Tabellini
Castellammare: Laudicina 10 Ganci 14 Casula 11 Lentini 4 Trovato 6Vaccaro 2 Russo NE Di Benedetto ne.
Ragusa: Padua 7 Minardi 2 Ragusa 2 Tummino 2 Antoci 0 Raniolo 2 Maltese 7 Battaglia 11 Guastella 6 Cappello ne Cataldi ne
Commento:
Chiudiamo la prima fase del campionato con una vittoria davanti il nostro sempre più numeroso pubblico. Partita intensa, giocata con la giusta grinta e concentrazione, senza Valeria rimasta a casa con 39 di febbre, ma con una voglia di giocare di squadra davvero encomiabile. Finalmente stiamo trovando il nostro equilibrio, il nostro "centro di gravità permanente", che non può assolutamente prescindere dalla giusta "chimica" di squadra, dove tutti devono sentirsi comportecipi di un medesimo progetto e desiderosi di raggiungere lo stesso unico obiettivo. Abbiamo giocato assieme sabato, abbiamo giocato di squadra, abbiamo tutte toccato la palla, lavorato per le altre, creato per fare canestro, a prescindere da chi lo segnasse. Avevo detto nella riunione prepartita che ho sempre dato massimo spazio alle iniziative delle mie giocatrici, perchè considero loro "esseri pensanti" che come tale è doveroso esprimano le proprie opinioni, però spesso nel corso dell'anno si era sforati in comportamenti che rientravano più nell'anarchia gestionale che non in quella democratica. Allora era giusto mettere dei "paletti comportamentali", dove non si dimenticasse che comunque l'allenatore resto io e a me va sempre l'ultima parola, ed è quella che deve essere ascoltata ed "eseguita". Perchè avessi la possibilità di fare "mea culpa" per le sconfitte, mentre non mi era stato mai possibile in quanto non avevamo giocato per come io avevo chiesto.
Sabato, invece, abbiamo eseguito perfettamente il piano partita, e i risultati si sono visti. Anche quando, dopo aver condotto per 30 minuti, nell'ultimo quarto non sono andati dentro canestri puliti e costruiti, e Ragusa si è avvicinato fino ad andare sul meno 2, non ci siamo disunite, ma abbiamo continuato a difendere e attaccare assieme. Ecco, dopo 5 mesi dall'inizio di questa avventura, posso dire che finalmente stiamo raccogliendo i frutti del nostro lavoro. Ci può essere il rammarico per aver perso per strada qualche punto di troppo, ma io non guardo mai a quello che non ho, ma a quello che ho costruito e a quanto ancora posso fare. Perchè amo ripetermi che in un percorso, qualunque esso sia, l'importante non è la fine, ma quello che, lentamente, si costruisce durante. E allora magari non avremmo vinto il campionato (che nessuno, comunque, ci ha chiesto di vincere), ma abbiamo costruito; costruito un gruppo, costruito pensieri, emozioni, sensazioni, bestemmie, urla, sorrisi, lacrime, carezze, abbracci, imprecazioni, giochi, assist, battute, corse, incomprensioni,contropiedi, rimbalzi, blocchi, collezionismi di parole tecniche complicate, pick and roll, flash, tagli, back-door, switch, tagliafuori, zipper, mangiate, pizze, pulmini, benzina, completini trasparenti, docce con acqua fredda, sudori, calzamaglie, pollici steccati, occhi accecati, sangue, cerotti, ghiaccio spray, vita.
E' vita quella che abbiamo costruito, è qualcosa che chi non la vive non può capire, è il motivo per cui si sta dentro questo mondo, perchè non si riesce, con un lavoro, con uno studio, con una famiglia, con i propri cazzi, a mollare. Non si riesce perchè non si può, è così e basta; non c'è nessuno di noi che lo fa per i soldi ma solo per starci, per volerci essere, per portare nello zaino della memoria un pezzo di storia.La storia siamo noi, nessuno si senta escluso, cantava De Gregori, e noi, nel nostro infinitamente piccolo mondo, facciamo e siamo la storia, per poterla raccontare un giorno, per potercela raccontare, e per continuare a dare un senso alle cose. Non è una partita, ma tutto quello che c'è prima, durante e dopo; non è un allenamento, ma l'idealizzazione di un modo di essere. Per me allenatore, che nella vita faccio altro per campare e quindi definirmi allenatore mi fa sorridere, vedere che quel cazzo di rosso che voglio con 2 ribaltamenti e poi fate quello che volete viene fatto con 2 ribaltamenti dopo 4 mesi, o che con palla al post basso ci deve essere il flash dal lato debole e quel flash arriva, sempre, è una gioia indescrivibile, ma non perchè è riuscito un gesto tecnico o tattico, bensì perchè si è riusciti a indirizzare tutti gli sforzi verso la stessa direzione. Si è dato un senso al nostro stare in palestra, una ragione, un motivo, e il gesto racchiude in sè, come un'immensa sfera trasparente, tutti gli sforzi e tutte le tensioni emotive. Sarò eccessivamente idealista, può darsi, ma in fondo la pallacanestro si ama non perchè qualcuno riesce a schiacciare dopo aver fatto il salto carpiato, ma perchè le tue bimbe si divertono a giocare la tua pallacanestro, che diventa "nostra". E allora, come d'incanto, spariscono tutti i malumori e si sorride, si arriva in palestra e si lasciano fuori i problemi che, anzi, si affrontano con più razionalità.
E' tutto bello e perfetto?
Non lo so, e non sta a me dare una risposta, so solo che, fino a quando avrò bimbe con la voglia di stare in palestra, costruire e sorridere, potete star certi che, magari più invecchiata ma di certo con la stessa voglia, mi troverete sempre col fischietto al collo e il megafono in mano a imprecare per quel cazzo di rosso con 2 ribaltamenti.
Alla prossima, Maura.

2 commenti:

cristina ha detto...

Sono contenta per voi...in primis per Maura che ha sempre creduto in questo gruppo e non ha mai smesso di lottare di fronte a niente e nessuno...per voi ragazze che finalmente avete trovato il giusto equilibrio di cui una squadra ha bisogno...e sopratutto per la mia Gancina che con la grinta che la contraddistingue ha meritato di realizzare 14 punti in campo e 28 nella sua carriera universitaria...un bacio Cristina....p.s. è inutile scrivere che mi dispiace non poter condividere con voi tutte le emozioni che questo sport regala, belle e brutte che siano...

Anonimo ha detto...

Inutile per me dirti quanto piacere mi e ci facciano le tue parole, sempre ponderate e mai banali, proprie di una persona speciale, a cui mi lega un rapporto talmente profondo da non trovare le parole adatte per quantificarlo.
Resti sempre tra noi, anche se spesso voli in contropiede in una corsia d'ospedale,ricordandoti che il campo ti aspetta sempre.
A presto,
Maura.